Direttiva GREEN sulla prestazione energetica nell’edilizia: ristrutturazioni obbligatorie
La direttiva GREEN sulla prestazione energetica nell’edilizia parla di un insieme di leggi proposte dall’Unione Europea che vanno a regolare l’efficienza energetica delle vecchie abitazioni e di quelle in nuova costruzione. L’Unione Europea si pone come obiettivo quello di limitare i consumi energetici e le emissioni di CO2 del parco immobiliare dei 27 Stati membri.
La proposta della direttiva GREEN sulla prestazione energetica nell’edilizia è stata presentata alla Commissione Europea il 15 dicembre del 2021. La Commissione Europea in passato ha imposto alcuni obiettivi minimi come quello di portare almeno il 15% delle proprietà dalla classe energetica G alla classe energetica F entro il primo gennaio 2027 se si tratta di edifici non residenziali ed entro il primo gennaio 2030 se si tratta di quelli residenziali. Di recente il Consiglio ha eliminato quest’ultimo obbligo dopo che Italia e Polonia (a capo di un gruppo di governi) hanno presentato il loro punto di vista ad ottobre.
Cosa succede se la proposta della direttiva GREEN sulla prestazione energetica nell’edilizia viene approvata
La pubblicazione della direttiva GREEN sulla prestazione energetica nell’edilizia dovrebbe assicurarsi per metà marzo 2023.
Se la proposta viene approvata i cittadini sono obbligati a raggiungere la classe energetica E nelle proprie abitazioni entro il 2030 e la D entro il 2033 riducendo cosi del 25% i consumi energetici. Con questa manovra la Commissione si prefigge l’obiettivo finale di arrivare nel 2050 a zero emissioni da abitazioni responsabili di inquinamento per ben il 36%.
Provvedimenti edilizi obbligatori per il risparmio energetico
La brutta notizia è che il 75% del parco immobiliare dell’Unione Europea ha delle carenze in materia energetica. Questo significa che i proprietari di immobili ed edifici devono ricorrere obbligatoriamente alla ristrutturazione compiendo dei provvedimenti edilizi come ad esempio:
· l’installazione di una nuova caldaia a condensazione;
· la costruzione di un cappotto termico interno ed esterno;
· la sostituzione degli infissi;
· l’installazione di pannelli solari.
Anche l’acquisto di elettrodomestici di classe energetica alta e l’impegno quotidiano di ognuno di noi nel ridurre i consumi in casa limitano di gran lunga le emissioni di Co2 aiutando il nostro pianeta ad essere meno inquinato.
Per i proprietari che decidono di affittare o vendere il proprio edificio scatta l’obbligo di rendere pubblica la classe energetica sugli annunci.
Cosa succede in Italia
Il 60% del parco immobiliare italiano si aggira tra la classe energetica F e G ed è pieno di edifici vecchi.
Per incentivare le ristrutturazioni e sostenere i proprietari di immobili in questa faticosa e dispendiosa corsa verso il miglioramento dell’efficienza proposta dalla direttiva GREEN sulla prestazione energetica lo Stato italiano ha dato vita a delle agevolazioni come per esempio il superbonus 110.
Le conseguenze in caso di inefficienza energetica
Tutti i proprietari degli edifici la cui classe energetica non combacia con la direttiva Europea andranno incontro alla svalutazione del proprio immobile. Considerando che la garanzia data sui prestiti grava sull’immobile stesso le conseguenze negative si vedranno anche sui mutui.
Gli edifici esenti dalle ristrutturazioni
Gli edifici di culto, le chiese, gli immobili occupati per meno di quattro mesi all’anno (come per esempio le case per le vacanze al mare o in montagna) e le abitazioni grandi meno di 50 metri quadrati sono salvaguardati dalla direttiva GREEN sulla prestazione energetica, quindi sono esenti da eventuali interventi di ristrutturazione e di miglioramento per il risparmio energetico.